Escursione ad anello da Grange della Valle per il Monte Niblè e Rifugio Vaccarone, Valle di Susa (TO)
NOTE TECNICHE |
Partenza: Grange della Valle, Frazione di Exilles, Val di Susa (TO) – 1.800 m s.l.m. |
Bivacco Walter Blais: 2.925 m s.l.m. |
Monte Niblè: 3.365 m s.l.m. |
Colle dell’Agnello: 3.090 m s.l.m. |
Rifugio Vaccarone: 2.747 m s.l.m. |
Passo Clopacà: 2.750 m s.l.m. |
Tempo totale di percorrenza: 12 h circa soste comprese (9h 30′ in movimento) |
Lunghezza totale del percorso: 21,50 Km circa in totale |
Dislivello+/-: 2.170 m/2.180 m |
Difficoltà: EE/F |
Segnaletica: Bolli gialli e ometti in pietra |
Lunga escursione ad anello per il Monte Niblè e Rifugio Vaccarone, in Valle di Susa (TO). Partiti da Grange della Valle, nel Comune di Exilles (TO), raggiungiamo prima il Bivacco Blais, per poi salire in cima al Monte Niblè costeggiando il Ghiacciaio di Ferrand. Scesi dalla cima, passando per il Colle Agnello, ci dirigiamo verso il Rifugio Vaccarone, per poi proseguire fino al Passo Clopacà e, da lì, tornare finalmente all’auto percorrendo la mulattiera verso il Rifugio Levi Molinari.
La partenza
Superato il Comune di Exilles (TO), raggiungiamo la frazione di Grange della Valle, dove lasciamo l’auto nel parcheggio che si incontra poco prima della borgata.
Prima tappa: il Bivacco Walter Blais
Seguendo le indicazioni per il Col d’Ambin (Segnavia n. 803), ci dirigiamo verso quella che sarà la prima tappa di questa lunga escursione: il Bivacco Blais, a quota 2.925 m s.l.m.
La salita è per un lungo tratto molto piacevole, svolgendosi lungo un comodo sentiero che attraversa il Vallone di Galambra. Solo l’ultimo tratto, proprio sotto il Col d’Ambin, dove sorge il bivacco, si presenta piuttosto ripido e su terreno a tratti sdrucciolevole. In circa 2h e 30′ dalla partenza, raggiungiamo la base della struttura, che spicca con il suo tettuccio rosso proprio sopra le nostre teste.
Il bivacco è intitolato a Walter Blais, giovane valsusino deceduto durante la preparazione del percorso della gara di sci alpinismo “Trofeo Penne Mozze“. Presenta una struttura in acciaio rivestito in legno e ospita fino a 8 posti letto; piccolo, ma confortevole.
Tutt’intorno al bivacco, è possibile incontrare numerosi stambecchi per nulla intimoriti dalla presenza umana, anzi! Ci si avvicinano con una certa curiosità e si lasciano fotografare a lungo senza fare una piega.
Saliamo al Monte Niblè (3.365 m s.l.m.)
Lasciatici alle spalle il bivacco e i nostri simpatici amici stambecchi, proseguiamo la salita verso il Monte Niblè, percorrendo in cresta una pietraia da cui si gode di una splendida vista sul sottostante Lac d’Ambin.
Superata la pietraia, il terreno si fa detritico e si prosegue su sfasciumi avvicinandosi sempre più a ciò che resta del Ghiacciaio Ferrand. Incontriamo diversi tratti del glacio-nevaio (consigliati i ramponcini anche in alta stagione perchè in alcuni punti la crosta in superficie si presenta piuttosto dura), che superiamo puntando sempre a riprendere la cresta alla nostra destra.
In questo punto, è facile perdere l’orientamento in quanto il percorso è segnato prevalentemente da ometti non facilissimi da vedere. Inoltre, molti indicano la direzione verso il Colle dell’Agnello, dalla parte opposta rispetto alla vetta del Monte Niblè (via che percorreremo dopo).
Con non poche difficoltà, riprendiamo la traccia che passa in cresta e, finalmente, superiamo gli ultimi tratti rocciosi che ci conducono alla croce di vetta, dove possiamo riposare un po’ le gambe e mettere qualcosa nello stomaco prima di riprendere la lunga strada che ci attende ancora!
Proseguiamo verso il Colle dell’Agnello
Scesi dalla cima del Monte Niblè, seguiamo gli ometti che ci riportano sul Ghiacciaio Ferrand, passando sui punti più agevoli e pianeggianti. Camminando in un ambiente maestoso, dall’aspetto lunare, proseguiamo verso il Colle dell’Agnello, la nostra prossima tappa.
Ci troviamo in un contesto tanto bello da togliere il fiato e, tra infiniti saliscendi, raggiungiamo finalmente il Colle, da cui si apre la vista sulla conca dell’ex Ghiacciaio dell’Agnello e sul Rifugio Vaccarone, la nostra prossima meta.
Siamo solo a metà!
Scendiamo dal Colle dell’Agnello percorrendo un sentiero detritico a tratti abbastanza ripido e friabile, seguendo gli ometti che si fanno via via sempre più numerosi, fino a ritrovare l’evidente sentiero, segnato da bolli bianchi e rossi, che conduce al Rifugio Vaccarone.
Abbiamo già diverse ore di cammino alle spalle, ma la parte lunga dell’escursione deve ancora arrivare!
Giunti al rifugio, facciamo scorta di acqua presso la fontanella che sorge dietro la struttura e, dopo una brevissima sosta, consci che ci aspetta ancora una lunga camminata, riprendiamo la nostra strada verso il Passo Clopacà, a circa 1 h di distanza dal Rifugio Vaccarone.
Il sentiero per il Passo Clopacà
Lasciatoci alle spalle il Rifugio Vaccarone, che volendo è possibile utilizzare come punto d’appoggio per spezzare in due l’escursione, proseguiamo seguendo il facile ma lungo sentiero che, tra numerosi saliscendi, conduce al Passo Clopacà (2.750 m s.l.m.), dove sorge un vecchio rudere militare e dove ci accolgono altri due stambecchi, probabilmente una madre con il suo cucciolo…Bellissimi!
Cominciamo a sentirci abbastanza stremati, le batterie della GoPro ci hanno abbandonato (stremata anche lei come noi) e quindi proseguiamo le riprese con la videocamera del cellulare. L’ambiente, comunque, è pazzesco ed è solo grazie a questo che riusciamo a proseguire senza farci tramortire dalla stanchezza!
Lo strappo finale…Interminabile!!
Ci resta da percorrere, ora, l’ultimo tratto che, lungo una mulattiera dalla pendenza dolce ma infinita, ci ricondurrà a Grange della Valle, dopo quasi 13 ore dalla partenza e più di 9 ore di tempo in movimento.
Chiudiamo l’anello riportandoci sulla strada sterrata percorsa all’inizio della giornata, fino al parcheggio dove, finalmente, possiamo liberarci di zaino e scarponi e mettere fine a questa bellissima ma faticosissima escursione!
La giornata di oggi è stato un susseguirsi di emozioni indescrivibili, costellata di panorami splendidi, in un ambiente vario dalle mille sfaccettature: le rocce, il ghiacciaio, i prati verdi, i laghi…un contesto magnifico!
Si tratta, tuttavia, di un percorso lungo e a tratti delicato, consigliato quindi per escursionisti esperti e allenati. L’unico punto acqua presente è al Rifugio Vaccarone, quindi è consigliabile averne una certa scorta, specie se, come oggi, fa molto caldo.
Come sempre, qui sotto la documentazione video-fotografica e la traccia GPS.
Grazie per la lettura e alle prossime escursioni!
Qui la mappa in 3D:
Per scaricare la traccia GPS, potete cliccare QUI
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Le informazioni contenute in questa pagina hanno carattere puramente indicativo e possono contenere errori o inesattezze. Prima di cominciare l’escursione, accertarsi sempre delle effettive condizioni del percorso e delle condizioni meteo. Scegliere sempre escursioni adatte alle proprie capacità e al proprio allenamento. Si declina ogni responsabilità per fatti derivanti dall’utilizzo delle informazioni contenute in questa pagina.