Da Adrit, San Giorio di Susa (TO), Anello Rifugio GEAT Val Gravio – Alpe Fumavecchia – Certosa di Montebenedetto – Adrit
NOTE TECNICHE |
Partenza: Adrit, Frazione di San Giorio di Susa (TO) – 1.110 m s.l.m. |
Rifugio GEAT Val Gravio: 1.390 m.s.l.m. |
Alpe Mustione: 1.670 m s.l.m. |
Alpe Fumavecchia: 1.670 m s.l.m. |
Certosa di Montebenedetto: 1.160 m s.l.m. |
Tempo totale di percorrenza: 7 h circa (comprese le soste) |
Lunghezza totale del percorso: 14 Km totali |
Dislivello+: 600 m circa |
Difficoltà: E |
Segnaletica: Segnavia n.512 |
La giornata di oggi non ci ha riservato troppa fortuna, ma alle fine l’abbiamo conclusa portandoci a casa un bell’Anello Rifugio GEAT Val Gravio – Certosa di Montebenedetto passando per l’Alpe Fumavecchia.
Il progetto iniziale, decisamente più glorioso, è stato letteralmente smantellato dal vento, che ci ha impedito di compiere il giro che avevamo pianificato: Adrit – Rifugio GEAT Val Gravio – Lago Rosso – Pian dell’Orso – Colle del Vento – Certosa di Montebenedetto – Adrit.
La partenza
Raggiunta la Frazione Adrit, nel comune di San Giorio di Susa (TO), parcheggiamo l’auto in prossimità del Punto Acqua SMAT e, addentrandoci nella bellissima borgata, seguiamo il Segnavia n. 512 in direzione Rifugio GEAT Val Gravio.
Entriamo nel bosco…
Proseguiamo all’interno del bosco, riparati da un vento ancora sostenibile grazie alle piante che ci fanno da scudo. Superato il bosco, spuntiamo in prossimità del Rifugio e il vento comincia a farsi sentire con un certo impeto. Proseguiamo, comunque, in direzione Alpe Mustione e Colle del Vento, seguendo il cartello in legno che indica il percorso.
Sempre peggio…
La situazione si fa sempre più tosta; con grande fatica e sofferenza (non è facile opporsi alle forti raffiche che ci buttano quasi a terra), riusciamo ad arrivare all’Alpe Mustione, ma ci rendiamo conto che sarebbe davvero eccessivamente provante, e probabilmente anche rischioso, spingerci oltre. Sopra di noi, sul valico che dovremmo affrontare per il Colle del Vento, le nuvole corrono velocissime e lungo i pendii vediamo nubi di neve spazzate via dalle raffiche che continuano imperterrite.
Con rammarico, decidiamo che sia il caso di rinunciare e ci proponiamo di valutare il giro dei Tre Rifugi: Val Gravio (già incontrato) – Toesca – Amprimo, per poi fare rientro ad Adrit.
Si cambia ancora programma!
Torniamo, quindi, sui nostri passi, sempre strattonati dal vento. Quando arriviamo al cartello che indica la direzione per il Rifugio Toesca, ci rendiamo conto che abbiamo già perso molto tempo e il giro da compiere sarebbe ancora parecchio lungo. Complice la stanchezza (non so se succeda ad altri, ma per quanto mi riguarda, il vento mi sfinisce!), ci sentiamo abbastanza scoraggiati e decidiamo per un ulteriore cambio di programma. Faremo sosta alla bellissima cascata poco sotto il Rifugio Val Gravio, per poi dirigerci verso l’Alpe Fumavecchia, fino a raggiungere, in ultimo, la Certosa di Montebenedetto. Da lì, chiuderemo l’anello e faremo ritorno ad Adrit.
Cascata meravigliosa!!
Quanto meno, veniamo premiati dallo splendore della cascata del Gran Guarf. Sembra di trovarsi nel Giardino dell’Eden, tra rocce ricoperte di muschio verdissimo, e acque color smeraldo raccolte in una vera e propria piscina naturale!
Dopo esserci rifatti un po’ gli occhi, riprendiamo il nostro cammino, dirigendoci verso l’Alpe Fumavecchia. Prima di raggiungerla, ci fermiamo nel bosco per fare pranzo, consolandoci con degli sfiziosi bocconcini di pollo al limone cotti nei pentolini del set Odoland, ormai fidati compagni di avventure!
La strada è ancora lunga…
Ripreso il nostro percorso, compiamo ancora un lungo tragitto prima di arrivare all’Alpe Fumavecchia, collocata su un pianoro da cui si gode di una vista magnifica sul Rocciamelone, seppure in parte coperto dalle nuvole!
Continuiamo la nostra strada, oggi decisamente stanchi, raggiungendo, finalmente, la Certosa di Montebenedetto. Si tratta di una bellissima struttura risalente al 1.200, oggi affidata in comodato all’Ente di Gestione delle Aree Protette delle Alpi Cozie. E’ stata recentemente dotata di una foresteria autogestita, con circa venti posti letto. E’ possibile, inoltre, acquistare formaggi e gelati di produzione propria, che pare siano ottimi (noi non abbiamo avuto occasione di assaggiarli, visto il periodo, ma ci torneremo sicuramente!).
Ultime fatiche: si ritorna ad Adrit
Ci aspetta ancora un’oretta di cammino; ci portiamo su di quota percorrendo una salita ripida che sembra interminabile e, ripassando nel bosco, chiudiamo l’anello ricongiungendoci al sentiero che finisce dritto nella borgata di Adrit.
Quanto meno, la giornata è tersa e la vista sulla pianura è incantevole: la Sacra di San Michele è proprio lì di fronte a noi e sono ben visibili le colline del torinese, con la Basilica di Superga in lontananza.
E’ stata dura, ma alla fine possiamo dirci abbastanza soddisfatti: la cascata, il panorama e la Certosa hanno comunque premiato la nostra giornata. E, come sempre, ci siamo goduti una giornata immersi nella natura piuttosto che a casa sul divano, il che è sempre positivo 🙂
Di seguito trovate le foto, il video e la traccia GPS del percorso. Grazie per la compagnia e alla prossima!
Qui sotto la mappa in 3D del percorso:
Per scaricare la traccia GPS, potete cliccare QUI
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