Escursione al Bivacco Matteo Corradini e Cima Dormillouse
Bentornati sul nostro diario di gioia! Scusate, ma non posso che definire così questo blog, nato per raccogliere e condividere le esperienze delle nostre giornate dedicate all’aria aperta, alla montagna e a quello che più ci fa stare bene: trascorrere il tempo in movimento, circondati dalla splendida cornice delle montagne e avvolti dai colori e dai profumi della Terra! Bivacco Matteo Corradini
Questo è il momento della settimana in cui ci sentiamo grati e fortunati…E felici, perché, se è vero che “la felicità sta nelle piccole cose”, figuriamoci in una “cosa” grande come la Natura e la montagna!
La partenza
La destinazione di questo sabato è la Valle di Susa (TO) o, più precisamente, la Valle del Thures, poco oltre Cesana Torinese.
Superato il comune di Cesana Torinese, raggiungiamo Bousson e proseguiamo in direzione di Thures. Percorriamo in auto la strada sterrata (molto ben tenuta) che conduce alla frazione di Rhuilles (1.730 m). Parcheggiata l’auto dopo le case sul ponte, ancora un po’ assonnati, calziamo i nostri scarponi (è passata solo una settimana dall’ultima volta, ma i nostri piedi iniziavano già a sentirne la mancanza…è incredibile!).
Il cartello con le indicazioni
Intrapreso il sentiero, incontriamo presto una palina in legno che indica la direzione verso la Dima Dormillouse (2.945 m), meta della nostra escursione. Nella stessa direzione, sono indicate la Cima Dorlier (2.757 m) e il Monte Terra Nera (3.100 m).
Il meteo, come spesso accade ultimamente, prevede l’arrivo di una perturbazione nel pomeriggio, quindi ci dobbiamo sbrigare per non rischiare di essere sorpresi dal maltempo lungo il percorso.
Ci addentriamo nel bosco di larici, cercando di non lasciarci rallentare troppo dai numerosi arbusti colmi di fragoline di bosco che incontriamo lungo la strada…Impresa difficile, perché sono buonissime!!!
“Chi lascia la strada vecchia per quella nuova…”
La giornata è inizialmente calda e un bel sole ci accompagna lungo la sterrata che conduce alle Grange Chabod. Giunti all’altezza di un ponticello in legno, incrociamo una mandriana che ci suggerisce un percorso alternativo, più rapido, per la Cima Dormillouse. Considerato che abbiamo poche ore prima che il tempo cambi, accettiamo il suggerimento e seguiamo le sue indicazioni, abbandonando la traccia segnata da tacche bianche e rosse.
Ecco…un consiglio: a meno di non conoscere molto bene il percorso e la vostra destinazione, NON FATELO! 😀
Per carità, la signora è stata molto gentile e noi abbiamo pensato di poterci comunque affidare alla traccia GPX dell’App installata sul cellulare di Riccardo (la potete trovare in fondo a questa pagina).
La cima “sbagliata”…
Purtroppo, sulla traccia non era indicato l’imbocco del sentiero corretto e, in poco tempo, ci siamo trovati a dover improvvisare il percorso puntando a quella che pensavamo essere la Cima Dormillouse per poi renderci conto, poco prima di raggiungerla, di essere diretti, in realtà, alla Cima Dorlier.
A questo punto che fai, non decidi comunque di raggiungerla e aggiungere così una punta alla tua escursione? Detto, fatto…Seguiamo un po’ “a naso” una traccia poco accennata che, per pendii erbosi prima e per roccette e sfasciumi poi, ci permette di toccare i 2.757 m della Dorlier, poco sopra i resti di quello che deve essere stato un riparo militare sotterraneo in tempi di guerra. Nel raggiungerla, affrontiamo un vento teso e freddo; il tempo comincia a cambiare e le nuvole stanno poco a poco prendendo il sopravvento.
L’orologio segna le 11:00, ora in cui, in base ai nostri calcoli, ci saremmo dovuti trovare in cima alla Dormillouse, per poi consumare un pasto veloce all’interno del Bivacco Matteo Corradini e riprendere velocemente la discesa, prima dell’arrivo delle precipitazioni previste.
Dalla Cima Dorlier alla Cima Dormillouse
Dopo qualche attimo di esitazione, un po’ per la stanchezza e un po’ per il timore di prolungare oltremodo i tempi di salita, decidiamo comunque di tentare di raggiungere la Cima Dormillouse, che si trova praticamente di fronte a noi.
Il percorso è quasi totalmente in cresta, ma tutto sommato abbastanza agevole. La parte finale, sotto il Bivacco Matteo Corradini, è particolarmente ripida e la stanchezza nelle gambe si fa sentire, rallentando un po’ il nostro passo.
Tuttavia, in un’ora circa riusciamo ad essere al Bivacco (2.850 m), che troviamo, però, occupato da una coppia di ragazzi intenti a mangiare. Decidiamo quindi di proseguire fino in cima alla Dormillouse, poche decine di metri più in alto.
Bivacco Matteo CORRADINI |
Il bivacco è intitolato a Matteo Corradini, giovane appassionato di alpinismo prematuramente scomparso. La struttura ha la forma di un prisma scuro con profilo esagonale. Presenta, esternamente, un guscio metallico a protezione dalle rigide condizioni atmosferiche d’alta quota e in grado di assorbire al meglio i raggi del sole. Internamente, il bivacco presenta un sistema di gradonate di legno sui due lati, con al centro un tavolo. I gradoni, tre per parte, sono convertibili in letti per la notte (per un totale di 6-8 posti letto), mentre di giorno fungono da panche su cui sedere. |
Cima Dormillouse raggiunta o non raggiunta?
Raggiungiamo la croce di vetta, decorata dalle tipiche bandierine votive che svolazzano al vento. Abbiamo necessità di ricaricare le batterie e prendere un momento di riposo, quindi, anziché scendere a mangiare al Bivacco (che immaginiamo ancora occupato), ci sediamo sulle rocce e divoriamo i nostri panini.
In fretta, indossiamo nuovamente gli zaini e scendiamo, trovando il bivacco ancora occupato e…realizzando che sta iniziando a piovere! La coppia finisce di scrivere il libro di vetta e ci lascia visitare l’interno della struttura. Ci concediamo, purtroppo, solo il tempo di scrivere a nostra volta sul libro e di scattare qualche foto all’interno, prima di indossare i K-WAY (che questa volta abbiamo sapientemente messo nello zaino), e fiondarci lungo la discesa.
Realizzeremo solo più tardi che, forse, la croce era collocata sull’anticima della Dormillouse e che, per raggiungere la vetta vera e propria, avremmo forse dovuto proseguire in cresta ancora per una quarantina di metri…
Arriva la grandine!!!
La pioggia si fa sempre più battente e fitta e, di lì a poco, non veniamo risparmiati neanche dalla grandine! Insomma, quest’anno le nostre uscite sono sempre accompagnate dal meteo “favorevole”! 😀 (ve la ricordate la salita al Bivacco Boerio??)
Lac du Fond, mucche e…un magnifico stallone!
Tocchiamo il Lac du Fond, poche decine di metri sotto al Bivacco e, improvvisamente, rispunta il sole. Continuiamo a scendere e ci troviamo in breve tempo su un pianoro verdeggiante dove pascolano mucche dalla stazza enorme che non sembrano molto felici di accoglierci “a casa loro”: invece di mostrare la solita indifferenza, sembrano guardarci un po’ minacciose e non si mostrano troppo tranquille alla nostra presenza. Allontanandoci, ci imbattiamo in uno splendido stallone nero, che si lascia fotografare tranquillamente.
Riprendiamo la discesa e raggiungiamo l’auto, sotto un cielo che continua ad alternare nuvole e scariche di acqua a esplosioni di calda luce solare.
“Non tutti i mali vengono per nuocere…”
La conclusione di questa giornata? Abbiamo sbagliato percorso, abbiamo allungato di un’ora l’escursione, abbiamo preso la pioggia e anche la grandine, ma sapete che c’è? Ci portiamo a casa una bellissima giornata, con una cima in più raggiunta rispetto al previsto e la felicità di non aver ceduto al rischio di non riuscire a vedere il Bivacco Matteo Corradini e la Cima Dormillouse per stanchezza, pigrizia o timore del meteo.
A volte i programmi cambiano in corso d’opera, ma non sempre questo è un male…
Come sempre, vi lasciamo le foto scattate in questa giornata, il video e la traccia GPX (ricordandovi, però, che questo non è il percorso indicato dalle guide e dalla segnaletica).
Buone escursioni a tutti!
Approfondimento: il Bivacco Matteo Corradini
Il Bivacco Corradini è un piccolo rifugio costruito in memoria di Matteo Corradini, giovane appassionato di alpinismo deceduto a soli 21 anni, nel 2017, a causa di una grave malattia.
Conosciuto anche come “Black Body Mountain Shelter” (rifugio di montagna dal corpo nero), ha la particolare forma di un prisma esagonale la cui base poggia sul suolo solo per il 25% della struttura.
Grazie al suo colore scuro e al particolare materiale di rivestimento, il bivacco rimane perfettamente isolato dal punto di vista termico, tanto in estate quanto in inverno.
L’interno è costruito in pino cembro, con il suo caratteristico profumo che irradia tutti i 20 mq della struttura. Intorno al tavolo centrale, sono installati dei gradoni in legno che fungono sia da sedute che da basi su cui sdraiarsi per la notte. Ai lati, due grandi vetrate si aprono, rispettivamente, verso la Val Thuras a Nord e verso il Massif des Ecrins verso Sud, mettendo simbolicamente in comunicazione le due vallate, quella italiana e quella francese.
Come al solito il nostro video-racconto di questa escursione!
Qui trovate il percorso su mappa 3D
Per scaricare la traccia GPS, potete cliccare QUI
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Le informazioni contenute in questa pagina hanno carattere puramente indicativo e possono contenere errori o inesattezze. Prima di cominciare l’escursione, accertarsi sempre delle effettive condizioni del percorso e delle condizioni meteo. Scegliere sempre escursioni adatte alle proprie capacità e al proprio allenamento. Si declina ogni responsabilità per fatti derivanti dall’utilizzo delle informazioni contenute in questa pagina.
Le escursioni sono effettuate sotto l’esclusiva responsabilità dei singoli escursionisti.